Agitatori pneumatici per fluidi: come sceglierli, dove usarli e perché fanno la differenza

Perché agitare bene è fondamentale

Chi lavora con vernici, solventi o altri liquidi tecnici sa che il risultato finale dipende da molti fattori. Tra questi, l’agitazione è uno di quelli spesso sottovalutati… fino a quando le cose non vanno per il verso giusto: stratificazioni, cambi di viscosità, grumi, variazioni cromatiche o, peggio, sprechi e rilavorazioni.

L’agitazione corretta mantiene omogenea la miscela durante tutta la fase d’uso, evita la separazione delle componenti e rende la vernice (o qualsiasi fluido) stabile e pronta all’applicazione. Non è un dettaglio: è una fase cruciale per ridurre gli scarti, ottimizzare la resa e proteggere l’intero impianto.


A cosa serve un agitatore per fluidi

Un agitatore per fluidi è un sistema meccanico pensato per mantenere in sospensione le particelle solide o le componenti che tendono a separarsi in un liquido. Può trattarsi di pigmenti in una vernice, principi attivi in una soluzione chimica, o semplicemente di fluidi che cambiano comportamento con il tempo o la temperatura.

Gli effetti di una buona agitazione:
  • Evita depositi sul fondo dei fusti o serbatoi

  • Mantiene la viscosità costante

  • Riduce la formazione di schiume indesiderate

  • Migliora la qualità finale del prodotto applicato

  • Previene l’intasamento di ugelli, pompe o filtri

Il tutto si traduce in produttività, qualità costante e meno manutenzione straordinaria.


Perché scegliere un agitatore pneumatico?

Gli agitatori possono essere manuali, elettrici o pneumatici. Tra questi, quelli pneumatici sono i più diffusi in ambienti produttivi dove sicurezza, intensità e flessibilità sono essenziali.

Vantaggi principali degli agitatori pneumatici:
  • Funzionano in ambienti Atex: perfetti in presenza di solventi o atmosfere esplosive

  • Semplicità meccanica: pochi componenti soggetti a usura

  • Controllo facile della velocità tramite regolatore d’aria

  • Particolarmente robusti per lavorazioni continue o intensive

  • Senza componenti elettrici, quindi ideali anche in ambienti umidi o con lavaggi frequenti


Dove si usano: verniciatura, chimica, farmaceutica e oltre

Gli agitatori pneumatici sono utilizzati in una vasta gamma di settori, ma le esigenze cambiano molto da uno all’altro. Alcuni esempi pratici:

Verniciatura industriale e a spruzzo
  • Vernici bicomponenti che richiedono agitazione continua

  • Vernici metallizzate o pigmentate soggette a sedimentazione rapida

  • Sistemi con serbatoi pressurizzati, dove l’agitatore lavora in pressione controllata

Chimica
  • Soluzioni concentrate che richiedono agitazione omogenea a bassa velocità

  • Fluido reattivi che necessitano di bassa turbolenza

  • Agenti schiumogeni da trattare con eliche a basso taglio

Farmaceutico
  • Miscele sensibili alla temperatura e al contatto con metalli non idonei

  • Necessità di igiene e pulizia rapida

  • Spesso richiesto l’uso di componenti in acciaio inox AISI 316


Tipologie di eliche: il cuore dell’agitazione

L’elica non è solo un accessorio: è la parte attiva dell’agitazione, ed è ciò che determina il comportamento del fluido. A seconda della geometria, materiale e angolazione, può produrre un flusso radiale, assiale, tangenziale o combinato.

Eliche più comuni:
  • Elica marina: per flussi assiali, ideale per prodotti poco viscosi

  • Eliche radiali (a disco o pale dritte): per miscelazione a medio-bassa intensità

  • Pale piegate o a geometria regolabile: ottime per adattarsi al comportamento del fluido

  • Giranti a basso taglio (low-shear): usate dove bisogna evitare schiuma o rottura di emulsioni

  • Giranti a più stadi: utilizzate quando il fluido è stratificato su più livelli (es. IBC profondi)

Materiali tipici:
  • Alluminio anodizzato: leggero e resistente, buona per solventi

  • Acciaio inox AISI 304/316: usato in alimentare e farmaceutico

  • Polimeri antiaderenti (su richiesta): quando il fluido è aggressivo o adesivo


Personalizzazioni e configurazioni su misura

Ogni impianto ha le sue esigenze. Ecco perché la scelta di un agitatore richiede attenzione a diversi parametri:

  • Tipo di contenitore: fusto da 200 L, tank pressurizzato, IBC da 1000 L…

  • Albero dell’elica: lunghezza, diametro e materiali

  • Connessioni: morsetti rapidi, flange, attacchi filettati

  • Modalità di montaggio: flangiato, su coperchio, su supporto inclinato

  • Velocità variabile: alcuni impianti richiedono range ampio (es. 60–600 rpm)

In molti casi, l’agitazione viene abbinata a impianti di verniciatura automatizzati, serbatoi mobili o sistemi di dosaggio. Serve quindi progettare l’integrazione meccanica ed ergonomica con l’intero processo.


Come dimensionare un agitatore

Una delle richieste che riceviamo più spesso è: “Mi serve un agitatore per questo fluido, quanto grosso deve essere?”
La risposta giusta è: dipende, ma ci sono criteri chiari.

Fattori da considerare:
  • Viscosità del fluido: più è denso, più serve coppia e forza

  • Volume del contenitore: agitatore sottodimensionato = stratificazione

  • Forma del serbatoio: se è alto e stretto, serve un’elica lunga o multi-stadio

  • Tipo di fluido: reattivo? con particelle solide? volatile?

Errori da evitare:
  • Usare eliche troppo piccole → fluido non omogeneo

  • Sovra-agitare prodotti schiumogeni → problemi in linea

  • Non considerare il punto morto: l’elica deve muovere tutto, non solo il fondo


Le domande che ci fanno più spesso (FAQ)

“Serve l’inverter per regolare la velocità?”
→ No, sugli agitatori pneumatici basta un regolatore di flusso d’aria. È semplice, economico e sicuro.

“Quanto lungo deve essere l’albero dell’agitatore?”
→ Dipende dalla profondità utile del contenitore. L’elica deve restare immersa almeno ⅔ in ogni fase.

“Posso montare lo stesso agitatore su più contenitori?”
→ Sì, con staffe intercambiabili o piastre adattabili. Ma attenzione alla compatibilità tra elica e volume.

“Come riduco la formazione di bolle nella vernice?”
→ Usa eliche low-shear, tieni la velocità bassa, evita incavi nel serbatoio e punti di ritorno del flusso.

“Cosa succede se lo lascio spento per ore?”
→ Alcuni prodotti si stratificano rapidamente. In certi casi serve agitazione costante, in altri basta un timer di riavvio.


L’agitazione giusta è quella che non si nota

Quando un agitatore funziona bene, non si vede – ma si sente nei risultati: niente interruzioni, niente rilavorazioni, niente sprechi. La vernice esce uniforme, il prodotto rimane stabile, l’operatore non deve perdere tempo.

Per questo l’agitazione non è solo una “fase tecnica”, ma un punto strategico dell’intero processo.
Scegliere (e progettare) il sistema corretto significa proteggere ogni altra fase, dalla preparazione alla finitura.

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